Quella di  cui  parliamo  non è una emergenza annunciata  ma un endemico gravissimo problema che da troppo tempo non vede la politica, il Parlamento, volersene occupare come necessario.
Gli ultimi due anni, fronteggiando una pandemia sanitaria che ha colpito duramente anche all’interno dei penitenziari italiani, ha costretto tutto il sistema a stringere i denti e fronteggiare le enormi difficoltà del sistema.
Ma il Personale appare allo stremo, con una condizione di sovraffollamento detenuti che permane, con una dotazione di polizia penitenziaria insufficiente numericamente, con mezzi e strumenti spesso inadeguati e  Strutture vetuste che necessitano di ingenti investimenti di manutenzione straordinaria e/o di complete ristrutturazioni.
Così non è possibile andare avanti e la FNS CISL lancia l’ennesimo allarme, fornendo alcuni dati che possono rendere chiara la dimensione dei problemi.
Riferendoci solo ai  189  Istituti penitenziari per adulti  ( per quelli minorili servirebbe una attenzione e verifica ulteriore ) al 30 aprile 2022  erano 56.871  le persone detenute  a fronte di una capienza regolamentare di 50.853 posti:  ben 6.018  detenuti/e in più dei posti disponibili.
Del numero totale di persone recluse  2.276 sono donne  e  17.110  sono stranieri.
Per quanto riguarda il Personale di Polizia penitenziaria invece, riguardo ad un organico decretato di circa 41.200 unità circa  ( di cui quasi 38.000 previsti per gli Istituti  ed il resto per tutte le specializzazioni e servizi diversi ma essenziali al funzionamento del Corpo )  mancano all’appello oltre 4000 unità, questo per effetto dei tagli di spesa pubblica che furono decisi con la legge Madia.
Di 37.760 unità previste quindi per far funzionare gli Istituti Penitenziari negli 11 Distretti con cui è stata divisa la geografia penitenziaria, sono in servizio circa 33.040 unità. Con questo Personale serve anche assicurare tutto il sistema delle Traduzioni e Piantonamenti dei detenuti, verso i Palazzi di Giustizia per la celebrazione dei processi, gli spostamenti tra carceri diverse e la vigilanza nei luoghi esterni di cura.
Alcuni dati dimostrano la gravità di quanto denunciamo:  La Lombardia ad esempio nei suoi 18 Istituti avrebbe posto per 6.150 detenuti mentre invece (al 30/4/2022)  erano recluse 8.320 persone,  2.170 in più dei posti disponibili. Di queste 8.320 circa 358 sono donne  e 3,654 stranieri. In Lombardia sono pertanto controllati il 30%  circa dell’intero sovraffollamento nazionale. Per gestire gli Istituti lombardi sarebbero previste 4.673  unità di Polizia ma ne sono amministrati solo 4.055 per una carenza di oltre 600  unità di Personale  ( tutti  dei Ruoli degli Ispettori e Sovrintendenti ).
Ma sul versante del sovraffollamento non va molto meglio in Campania, con 7.119 persone recluse in presenza di 6.113 posti previsti  ( + 1006 detenuti),  così come in Puglia  con 4.076 detenuti su 2.906 posti previsti  ( + 1.170 reclusi ) o come nel Lazio con 5.995 detenuti su 5.231  posti previsti  ( + 764 reclusi )  e potremmo proseguire fino all’ultima regione.
Ci appelliamo quindi nuovamente alla Ministra della Giustizia  Marta Cartabia, affinché ci aiuti a convincere il Governo ed il  Parlamento che è necessaria almeno una deroga per la Polizia Penitenziaria, che superi i limiti previsti anni prima dalla Legge Madia, e consenta non un aumento della dotazione del Corpo ma il suo effettivo completamento nelle assunzioni per rispettare quanto sancito come organico di necessità per il funzionamento del sistema.
Non c’è più tempo Ministra Cartabia, il sistema penitenziario è al collasso.