On. Carlo NORDIO
Ministro della  Giustizia  -   R O M A

Ecc.mo Ministro,
salutiamo il Suo incarico al Dicastero della Giustizia, consci delle difficoltà che troverà nel “Palazzo di via Arenula” ma che dalle Sue prime dichiarazioni ci pare chiaro non la spaventino. Dire Ministero della Giustizia significa competenza e capacità di saper scegliere come riformare – certo sig. Ministro, riformare -  Dipartimenti diversi tra loro ma che necessariamente devono sviluppare una unica direzione di marcia nell’interesse più generale del Paese.  Su questo, nell’ambito dei due Dipartimenti – il DAP  ed il DGMC – ove la nostra competenza contrattuale e rappresentativa del Personale si realizza, vogliamo rappresentarLe alcune priorità, che questa Segreteria Nazionale da tempo sostiene ad ogni livello.

La situazione di emergenza penitenziaria è ben nota ai Vertici del DAP e del DGMC, Dipartimenti con i quali ci confrontiamo, ma con la difficoltà del trattare temi sui quali serve prima una risposta politica, risposta che auspichiamo possa adesso arrivare.

Servono interventi strutturali ed organici, per avviare concretamente non solo quel necessario percorso di riforme prima accennato, ma restituire certezze al Personale di Polizia Penitenziaria.

L’elenco che segue non ha nessuna pretesa nell’ordine di  priorità, su questioni per le quali  Tutti i nostri Colleghi e Colleghe attendono però  esclusivamente soluzioni:

-    la carenza delle dotazioni organiche, sulla quale chiediamo a  Lei un impegno da portare tra le prime scelte del Governo, riguarda ad esempio il completamento al 100% della dotazione prevista dal Decreto Ministeriale, pur datato del 2017 ed ipotizzato ai tempi dei tagli di spesa (Legge Madia) e mai rivalutato nonostante l’ampliamento dei compiti istituzionali al Corpo di Polizia Penitenziaria. Questo significherebbe poter assumere non meno di 4000 unità, pur non aumentando la previsione decretata, unità che potrebbero essere rapidamente reperite anche tramite lo scorrimento delle graduatore degli Idonei degli ultimi Concorsi;

-          le aggressioni, tema sul quale giace da tempo immemore una nuova disposizione nelle stanze di via Arenula, mentre Uomini e Donne della Polizia Penitenziaria continuano a subire lesioni e violenze quotidianamente;

-    la revisione del modello custodiale, superando la fallita sperimentazione delle "celle aperte";

-    gli equipaggiamenti (soprattutto le uniformi) un problema che non rinviabile;
 
-        la modifica del decreto legislativo n.449 del 1992, relativo al sistema delle sanzioni disciplinari per il Personale. Quell’impianto normativo è inadeguato ed ha mostrato chiari limiti applicativi. Non bastasse questo il D.L 449 non tiene conto delle trasformazioni intervenute nella composizione dell’ordinamento e delle carriere del Personale, nei  30 anni dalla sua emanazione;


-    per i nuovi compiti della polizia penitenziaria (con la modifica dei compiti istituzionali sanciti all’art. 5 della Legge 395/1990 è stato previsto che al Corpo sono affidati i Nuclei presso gli UEPE e la Collaborazione nelle Procure Generali e nei Tribunali di Sorveglianza) motivo che rende necessario adeguare la dotazione organica complessiva del Corpo;

-    per quanto concerne il DGMC  è urgente un aumento della dotazione organica del Personale che opera negli UEPE. Presso questi Uffici ai quali viene affidata la gestione delle misure alternative alla detenzione in carcere, operano solo 314 unità di Polizia Penitenziaria perché questi già operavano prima della riforma e la stessa può fallire se non adeguiamo il numero di poliziotti penitenziari che devono assicurare le attività proprie dell’esecuzione penale esterna;

-    Gestione REMS, alternative ai Soppressi OO.PP.GG.. Assistiamo quotidianamente al fenomeno gravissimo e pericoloso della gestione da parte dei colleghi della Polizia Penitenziaria di detenuti affetti da gravi turbe e nevrosi psichiche, che permangono presso strutture penitenziarie a causa dell’esiguo numero di posti presso le REMS. Urge pertanto determinare protocolli d’intesa con le Regioni, considerata la loro titolarità in ordine agli interventi di natura sanitaria, al fine di gestire questa tipologia di detenuti;

-    Ci sono due ambiti contrattuali di Categorie importanti nel settore Penitenziario che vedono il Personale operare senza un Contratto Nazionale. Ci riferiamo al Comparto della Dirigenza Penitenziaria che dopo 16 anni dalla propria istituzione vede regolati gli istituti contrattuali in virtù di norme relative al Comparto Sicurezza e Difesa. Stessa cosa vale per l’Area Negoziale della Dirigenza del Corpo di polizia Penitenziaria che dopo il Riordino delle Carriere nel 2017 ha visto la legge dotarla di propria autonomia contrattuale ma senza che i governi alternatisi nel tempo abbiano stanziate le risorse necessarie alla stipula del 1° Contratto della Dirigenza delle Forze di Polizia.

-          la ripartizione dei fondi dal Comparto Sicurezza, ai fini della contrattazione di secondo livello per i FESI dei singoli Corpi, deve avvenire sulla base delle dotazioni organiche degli stessi e non sulla massa salariale, criterio usato fino ad oggi e che penalizza gravemente la Polizia Penitenziaria rispetto alle altre Forze di Polizia.

Su tutto questo, ed altro ancora che evitiamo di aggiungere in elenco,  la FNS CISL  attende da Lei Ministro Nordio  impegni concreti, risolutivi.

Le Donne e gli Uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria auspicano che si possa voltare pagina e che la Sua competenza in questo Dicastero faccia finalmente la differenza con il passato.

In attesa di poterLa incontrare è utile l’occasione per formularLe i migliori auguri e Cordiali saluti.

Il Segretario Generale
(Massimo VESPIA)